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Intervista con l’attore. Ugo Minghini

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Il nostro redattore Vito “Nik Hollywood” Nicoletti ha intervistato l’attore Ugo Minghini. Di seguito l’intervista esclusiva per voi lettori!
Ciao Ugo! E’ un vero piacere ospitarti sul nostro portale. Iniziamo dalla prima domanda. Un bel tuffo nel passato. Da bambino cosa sognavi di fare?
 Ciao,il piacere è tutto mio. Wow bisogna tornare indietro di un bel pò per poter rispondere a questa domanda. “sognare”… Sicuramente è la parola giusta per quel bambino che ricordo con nostalgia. Lui sapeva inventare storie straordinarie che poi riportava nei suoi disegni animati. Era pieno di energie,molto creativo (ma non più di qualsiasi altro bambino della sua età immagino). Dipingeva e divorava film fino a saperne tutte le battute a memoria. Ogni giorno poteva essere qualcosa di diverso, di unico. Ogni giorno poteva sognare e diventare quel che voleva. Cosa è diventato poi, questo non lo so. Non so rispondere.
 Nato a Napoli, nel marzo del 1983. Un po’ di Napoli nella tua vita c’è?
Napule è ‘nu paese curioso. E’ ‘nu teatro antico, sempre apierto. Ce nasce gente ca’ senza cuncierto scenne p’e strade e sape recità                          
                                                                                                                                   Cit. E.De Filippo
Vanti esperienze nel Teatro, Televisione e Cinema, la quali rivelano la tua poliedricità di “artista a 360°…chi è Ugo Minghini?
Una persona semplice. Con i piedi per terra. Sono riservato e non amo mettermi in mostra. Sembra un controsenso lo so, ma è così. Mi piace sperimentare, quindi mi butto spesso anche in lavori dove non sono pienamente preparato. E’ rischioso ma ne vale sempre la pena. Amo il mio lavoro e lo faccio con il massimo impegno e professionalità e questo mi basta. Oltre che nel campo artistico lavoro con dei ragazzi con la sindrome di down. Li preparo al mondo del lavoro. Con loro faccio un percorso giornaliero che dura da più di dieci anni. E’ molto faticoso,per niente semplice ma e’ la mia più grande soddisfazione, gioia. Grazie a loro ho capito che non c’è niente di più reale di un cuore che batte.
Ugo attore, quali emozioni lascia dentro di te un personaggio una volta finito di interpretarlo?
Quando tutto finisce sono sempre molto contento. Mi libero di qualcosa di molto complesso e ritorno ad essere me stesso. Mi sento finalmente sereno. I primi giorni mi sento svuotato di tutto ma poi passa. Penso che questo accada perché mi ci butto a capofitto, forse alle volte in maniera troppo eccessiva. Quei periodi non sono facili per me e spesso a pagarne le conseguenze sono soprattutto gli affetti personali. Sono inavvicinabile. Ma poi si ricomincia e la voglia di sperimentare un nuovo personaggio una nuova storia sono più forti di qualsiasi altra conseguenza.
Nel 2010 sperimenti la tua prima regia con il cortometraggio “Eco”. Tra i tuoi lavori  ci sono alcuni videoclip musicali  e una sitcom interpretata e diretta da te, scritta a due mani con l’attore Massimo Odierna, dal titolo “Splash”. Nell’ultimo periodo hai partecipato a due nuove webseries sul canale youtube e a due lungometraggi. Ora il tuo ultimo lavoro “Narcissus”. Raccontaci di questo progetto.
Narcissus è una webseries di dieci episodi è nasce in collaborazione con l’attrice Erica Zambelli che oltre ad averla scritta con me ne è anche la protagonista. Il processo di scrittura è durato davvero poco e nel giro di un mese avevamo su carta tutta la prima stagione. Abbiamo sperimentato qualcosa di nuovo per noi e come palcoscenico abbiamo scelto quello più diretto, “reale”. Volevamo un pubblico che guardasse le cose come stanno, niente di più niente di meno, se regali qualcosa bene, se no giù nel profondo calderone della rete. In realtà questa emozione ancora non l’abbiamo provata perché appena finita la puntata pilota siamo stati subito accolti dal RIFF Rome Independent Film Festival che nel mese di Maggio lancerà il nostro progetto. Il tema che abbiamo scelto è molto delicato. Siamo andati a scavare nel complesso mondo della psiche, facendo un percorso a ritrosi nel tempo. Abbiamo cercato di capire i processi mentali nella crescita di un individuo, cosa scaturisce cosa, gli effetti, i danni.  Abbiamo scavato a fondo, facendo emergere l’impensabile. Basta davvero poco, una domanda formulata in un modo diverso, una risposta trovata in maniera sbagliata, ricordare qualcosa in un modo distorto ed ecco che arrivano le conseguenze, l’effetto domino. Tutto quello che segue potrebbe rovinare la tua vita e quella degli altri per sempre. Nel cast oltre ad Erica Zambelli che interpreta Maya troviamo Alessandro Messina nei panni di Dugo e Piero Grant in quelli di Berto. Con grande onore nel cast troviamo attori del calibro di Dario Penne e Loris Loddi che hanno creduto nel progetto e ci hanno sostenuto con le loro interpretazioni. Ora aspettiamo la prima poi si vedrà.
 Cosa significa essere registi oggi?
Diciamo che non mi definisco ancora un regista, aspiro a diventarlo, e ci metto del mio meglio ogni volta che ne ho l’occasione, proprio come in tutte le cose che faccio. Sono molto critico nei miei confronti e cerco di ottenere il meglio anche se non è sempre facile. Oggi chiunque con pochi mezzi può realizzare il proprio film, e questo mi piace, è un bene, perché tutti abbiamo l’opportunità di poterci esprimere. Ma questa storia ha anche un’altra faccia della medaglia perché in realtà compromette il lavoro stesso. L’essere umano, che per tendenza è un approfittatore, l’ha capito e ci marcia. In automatico ci sono sempre più porte chiuse e compromessi a cui scendere pur di poter lavorare, pur di poterci raccontare. Ma a parte questo la cosa che oggi  mi da davvero amarezza, parlo per l’Italia, è il non prendersi rischi, mettersi in gioco. E’ davvero raro vedere qualcosa di nuovo, di non reciclato, consumato. Siamo rimasti bloccati, congelati. E pensare che ci sono tanti di quei geni in giro per lo stivale e la nostra storia ce lo dimostra. Scusate lo sfogo, ovviamente  era un discorso generale non specifico. Artisti con le “palle” in Italia ce ne sono e come, molti dei quali ammiro sinceramente, ma ce ne vorrebbe qualcuno in più. Concludo dicendo che l’esigenza di raccontare una storia, provare e far provare emozioni ovviamente non ha età, quindi ieri come oggi fare il regista, sotto il punto di vista strettamente artistico, non è cambiato.
 Ma la vita è sempre più bella di un bel film?
Non sempre. Almeno non per tutti. Ma d’altronde neanche tutti i film sono più belli della vita.
 Cosa “non hai detto” in tutto quello che hai fatto fino ad ora?
Questa è una domanda cattivella. Ognuno di noi ha nel suo percorso artistico alcuni scheletri nell’armadio ed è giusto lasciarli lì dovo sono. Posso dire che ognuno di loro per quanto disastroso sia stato mi ha comunque insegnato qualcosa e dato l’imput per migliorarmi. Bisogna provare e riprovare, bisogna sbagliare e di nuovo riprovare. Devi conoscere bene tutte le curve di un circuito prima di poterlo vincere.
Le arti ( Teatro, Cinema, letteratura etc) tutte insieme, possono cambiare il mondo?
Possono cambiare solo alcune persone. Non siamo tutti uguali. Mi dispiace essere cinico ma penso sia troppo tardi per cambiare il mondo, o meglio penso che il mondo cambi in continuazione, trasmuti ogni giorno ma sicuramente non sotto l’influenza delle arti. Peccato.
Progetti futuri?
Sto scrivendo un libro. Se mi piace ci faccio un film. Ci siete cascati ? J Che bello se fosse così semplice no ?
Senza i sogni non si può…(continua tu)
…cercare di realizzarli !
Anche se penso che alle volte un sogno è bello anche se rimane tale. Ci sono talmente tante aspettative in un sogno. Ci si concentra talmente tanto per realizzarlo che una volta che si avvera lascia uno strano amaro in bocca.
Grazie Ugo per il tuo tempo. Voce Spettacolo ti augura il meglio per la tua vita e carriera.

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