Davanti alle zeppole di San Giuseppe, non c’è quarantena che tenga. Da nord a sud, la tradizione sconfigge l’isolamento dettato dall’emergenza, con pasticcerie piccole e grandi che si preparano a preparare e a consegnare a domicilio i deliziosi bignè farciti di crema decorati da un’amarena, ma anche gli altri dolci della festa che, in ogni regione, assumono nomi e sapori diversi. Come in Sicilia, dove la golosità locale preparata il 19 marzo si chiama “sfincia”, una frittella dolce farcita di ricotta.
Ad Altavilla Milicia, in provincia di Palermo, per tenere viva la festa s’è mosso addirittura il sindaco, Pino Virga, che in un post su Facebook ha comunicato ai cittadini la sua decisione: «Giovedì sarà la Festa di San Giuseppe. Sarà eccezionalmente consentita alle nostre pasticcerie la consegna a domicilio delle tradizionali sfince, su prenotazione – ha scritto – Penso che sarebbe bello se tutti le comprassimo, prenotandole in anticipo per evitare sprechi e consentire di organizzare la consegna nel rispetto delle prescrizioni in atto».
Un modo per sostenere anche le piccole attività stremate dalla crisi del coronavirus: «Penso che sarebbe bello se quel giorno fossero solo i bar pasticceria a fare le sfince. Penso che potremmo, in questo modo, dare una mano a chi ha dovuto chiudere la propria attività e, ancora per un po’, non la potrà riaprire. Penso che senza alcun sacrificio ci ricorderemo anche, con un piccolo gesto, che siamo una comunità».
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