di Luca Tassiello.
Abbiamo incontrato lo storico e leggendario chitarrista dei Queen Brian May in coppia con la cantante inglese Kerry Ellis. La conferenza si è tenuta all’Hotel Principe di Savoia di Milano. La coppia si è esibita al Teatro degli Arcimboldi di Milano ed è pronta per gli ultimi due concerti, a Mantova sabato, e poi a Roma all’Auditorium Parco della Musica per concludere il tour italiano.
Kerry Ellis ha parlato molto degli inizi, e di come la sua vita sia cambiata dopo l’incontro con Brian. Kerry è stata scoperta da Brian durante le audizioni per il musical “We Will Rock You”. Il chitarrista è stato colpito soprattutto dall’interpretazione di Kerry per il brano No-One But You, che oggi rappresenta uno dei punti di forza del One Voice Tour.
Di seguito l’intervento di Brian May e Kerry Ellis:
Brian, per te il rock ha un futuro?
Rock music is here to stay“, la musica rock è qui per restare, Il futuro è assicurato. È dagli anni Sessanta che dicono che il rock è morto, e non hanno mai avuto ragione.
Com’è stata la visita alla Cappella degli Scrovegni di Padova?
E’ stata fantastica ha detto Brian, sono affascinato da come gli artisti vivevano la loro vita e dalla bellezza delle testimonianze del passato, così diffuse in Italia, l’Italia è un posto fantastico per i nostri live.
Quali sono i chitarristi che ti hanno maggiormente influenzato?
Prima Buddy Holly, poi Jimi Hendrix è diventato il mio eroe e lo è tuttora. Ma i chitarristi sono molto differenti tra loro. Posso dire Jeff Beck, Eric Clapton, Steve Vai. Sono molti, non posso menzionarli tutti.
Qual è il rapporto tra il tuo lavoro nell’astronomia e la tua musica?
Non molto, a dire il vero! È più una questione spirituale. Mi piace la ‘combinazione’ delle due attività. Gli esseri umani sono strani: sono così piccoli e così grandi allo stesso tempo: non vediamo il cosmo, ma la nostra mente è connessa a qualcosa di più grande. A volte questo è doloroso, è una sorta di paradosso. In qualche modo, quindi, le due cose sono connesse, ma non so dirti come. Per me è sempre stato meraviglioso poter andare in cima a delle montagne, negli osservatori: sono felice per queste cose che mi succedono, per queste porte che si aprono e mi danno la possibilità di contemplare.
A proposito di Adam Lambert…
È facile lavorare con lui, conosce tutto il repertorio ed è un frontman nato, senza cercare di essere Freddy, ma con una sua personalità. In più, è una bella persona e ci divertiamo a lavorare insieme. Se non fosse così e fossero sorti dei problemi, le nostre strade si sarebbero già separate.
David Bowie è stato co-autore di un grande successo dei Queen, Under Pressure.
Sarebbe più giusto che ne parlasse Roger Taylor (batterista dei Queen), perché si sentivano più spesso; è una grande perdita, non avevo proprio idea che stesse così male”.“Lavorare con lui è stata una esperienza molto intensa, era dotato di una creatività fuori dal comune, sapeva vedere il talento negli altri e unirlo al suo per creare qualcosa di nuovo. Recentemente gli avevo chiesto se voleva unirsi a noi in qualche data, ma mi aveva sempre risposto di no.
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Non tutti sanno è che il geniale chitarrista dei Queen è anche un astrofisico: nel 1971 dovette abbandonare gli studi di dottorato per la carriera di musicista, ma si è tolto lo sfizio di completarli nel 2007, a 60 anni compiuti.
A proposito dell’impegno con i Queen e Adam Lambert, che torneranno live in Italia il prossimo 25 giugno al Postepay Sound Festival di Piazzola sul Brenta (PD), Brian May conferma che ciò non si tradurrà in un nuovo album. “Adam è troppo impegnato in questo periodo”.
Da segnalare il simpatico e dissacrante il siparietto, (finito non benissimo) delle “Iene”, con Cizco, che hanno improvvisamente irrotto in conferenza stampa con una delle loro gag.
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