di Emanuela Del Zompo.
Il caso Spotlight, il film candidato a 6 premi Oscar arriva in Italia: a presentarlo, Michael Keaton e Walter Robby Robins, giornalista del Boston Globe da cui è partita l’inchiesta investigativa che ha denunciato lo scandalo della Chiesa Cattolica a causa degli abusi sessuali sui minori da oltre 70 sacerdoti. Inchiesta premiata con il premio Pulitzer.
Definito il miglior film dell’anno, il Caso Spotlight, protagonisti assoluti, sono i giornalisti del gruppo premio Pulitzer che sotto il nome di Spotlight portò avanti inchieste all’interno del Boston Globe rivelando – nel 2002 – quello che per trent’anni era accaduto nell’omertà generale: la pedofilia tra i preti di Boston e, soprattutto, lo scandalo della copertura della Chiesa.
“Avevo solo dodici anni e quando il prete mi diceva di fare certe cose, pensavo che fosse Dio a dirmi di farle: come si fa a dire di no a Dio?” A parlare così è una vittima di un prete pedofilo, al centro delle tristi vicende realmente accadute e abilmente raccontate dal regista Thomas McCarthy in “Spotlight”.
Quel gruppo di lavoro straordinario riuscì a raccogliere prove contro settanta preti pedofili e a dimostrare che esisteva una pratica diffusa in base alla quale quando il vescovo Bernard Law (oggi arciprete emerito della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma) veniva a sapere di denunce fatte dalle famiglie dei ragazzini abusati, patteggiava con i familiari un rimborso, spostava di parrocchia il religioso, per poi rimetterlo poco tempo dopo al suo posto.
Furono scritti più di 600 articoli per raccontare le oltre 1000 violenze subite dai bambini e mai venute fuori fino ad allora. Il profilo delle vittime era sempre lo stesso: quasi tutti loro provenivano da famiglie povere, con padri e madri assenti e tanto disagio. “Quello che subirono, fu un abuso fisico, sicuramente, ma anche spirituale. Per tutti loro, la religione contava moltissimo e davanti a quelle richieste, si sentivano persi e smarriti, non sapevano più a chi rivolgersi, le loro famiglie non erano in grado di comprendere e facevano quello che i preti volevano che fosse fatto”.
“Spotlight” è un film di denuncia, ma anche un omaggio al giornalismo d’inchiesta e va a riallacciarsi alla tradizione di tanto cinema americano dedicato ai media (“Tutti gli uomini del Presidente” e i film di Sidney Lumet).
E’ stata una benedizione interpretare il ruolo del giornalista Robins.
E’ la terza volta che interpreto il ruolo di un giornalista e sebbene non presto troppa attenzione alla tv ho trovato questa storia ed il copione molto interessante ed intrigante. In Pennsylvania, ad esempio il quotidiano locale non ha un giornalismo investigativo: Erin Brockovich è stata l’unica a indagare sui casi di contaminazione delle falde acquifere in California, Texas, Florida, Michigan, Illinois e Missouri. Ritornando al film, credo sia una storia fantastica ed ho trascorso molto tempo insieme a Walter Robins, per studiare il mio personaggio ed interpretarlo. Abbiamo parlato a lungo e non solo del suo lavoro al giornale: gli ho fatto tantissime domande, cercavo di cogliere l’essenza della persona prima che del reporter. Ho voluto sapere tutto di lui, dei suoi hobby, dello sport, della sua famiglia,ecc.
Essendo io un attore, ho aggiunto a questa performance la mia esperienza, avendo dimestichezza con questo ruolo perché già interpretato in passato. Inoltre ho molto interesse per il mondo del giornalismo, anche se in tv fanno programmi orrendi. E’ un film di grande impatto ed essendo cattolico mi spiace molto se per questo episodio che ha coinvolto la Chiesa Cattolica, la gente perda la fede. Ho una madre molto cattolica, che va tutti i giorni a messa che mi ha dedicato la sua vocazione. Non vorrei mai che si puntasse il dito contro la religione. E’ un film che racconta l’abuso di potere della Chiesa e di chi lo esercita in maniera illecita. E quando mi chiedono cosa penso del ruolo svolto, rispondo semplicemente che sono un attore. Sono i giornalisti i veri eroi di questa storia. Io ho fatto semplicemente il mio lavoro, ma molto importante è stato il lavoro dei giornalisti.
Cosa pensa Walter Robins della sua interpretazione di se stesso?
(Walter Robins): Essere interpretato da uno dei più grandi attori di Hollywood come Michael Keaton, per me è stato un grande onore: l’avevo ammirato già in Cronisti d’assalto di Ron Howard ed ho trovato la sua interpretazione fenomenale, una grande professionalità.
Il cardinale Law ha più rilasciato dichiarazioni alla stampa?
Il cardinale Law è stato rimosso da Papa Francesco e dal 2002 non ha più parlato con la stampa. Ho grande rispetto e speranza per questo Papa. Ricordo che quando è stato eletto ha privato i vescovi e i cardinali delle limousine per prestare più attenzione ai bisogni delle persone. Purtroppo la Chiesa è divenuta una società per i benefici di vescovi e cardinali. Il Papa sta cercando di cambiare le cose, soprattutto per quanto riguarda gli abusi sessuali praticati dagli stessi esponenti della Chiesa. I vescovi sono quelli che resistono al cambiamento, molte cose devono essere ancora fatte, nonostante Papa Francesco.
Cosa è cambiato nel giornalismo con l’avvento di internet?
L’avvento di internet ha privato di fondi il giornalismo investigativo e molti posti di lavori sono andati perduti. Se non facciamo giornalismo d’inchiesta, la democrazia scomparirà.
IL CASO SPOTLIGHT
un film di
Tom McCarthy
scritto da
Josh Singer e Tom McCarthy
Prodotto da
Michael Sugar, Steve Golin, Nicole Rocklin e Blye Faust
Produttori esecutivi:
Produced by Jeff Skoll, Jonathan King, Pierre Omidyar, Michael Bederman, Bard Dorros, Tom Ortenberg, Peter Lawson, Xavier Marchand
Co-prodotto da
Kate Churchill e Youtchi Von Lintel
uscita 18 febbraio
durata 128 minuti
SINOSSI
Il caso Spotlight racconta la storia del team di giornalisti investigativi del Boston Globe soprannominato Spotlight, che nel 2002 ha sconvolto la città con le sue rivelazioni sulla copertura sistematica da parte della Chiesa Cattolica degli abusi sessuali commessi su minori da oltre 70 sacerdoti locali, in un’inchiesta premiata col Premio Pulitzer.
Quando il neodirettore Marty Baron (Liev Schreiber) arriva da Miami per dirigere il Globe nell’estate del 2001, per prima cosa incarica il team Spotlight di indagare sulla notizia di cronaca di un prete locale accusato di aver abusato sessualmente di decine di giovani parrocchiani nel corso di trent’anni. Consapevoli dei rischi cui vanno incontro mettendosi contro un’istituzione com la Chiesa Cattolica a Boston, il caporedattore del team Spotlight, Walter “Robby” Robinson (Michael Keaton), i cronisti Sacha Pfeiffer (Rachel McAdams) e Michael Rezendes (Mark Ruffalo) e lo specialista in ricerche informatiche Matt Carroll (Brian d’Arcy James) cominciano a indagare sul caso.
Via via che i giornalisti del team di Robinson parlano con l’avvocato delle vittime, Mitchell Garabedian (Stanley Tucci), intervistano adulti molestati da piccoli e cercano di accedere agli atti giudiziari secretati, emerge con sempre maggiore evidenza che l’insabbiamento dei casi di abuso è sistematico e che il fenomeno è molto più grave ed esteso di quanto si potesse immaginare. Nonostante la strenua resistenza degli alti funzionari ecclesiastici, tra cui l’arcivescovo di Boston, Cardinale Law (Len Cariou), nel 2002 il Globe pubblica le sue rivelazioni in un dossier che farà scalpore aprendo la strada ad analoghe rivelazioni in oltre 200 diverse città del mondo.
Presentato da Open Road Films, Il caso Spotlight è diretto da Tom McCarthy e interpretato da Mark Ruffalo, Michael Keaton, Rachel McAdams, Liev Schreiber, John Slattery, Stanley Tucci, Brian d’Arcy James e Billy Crudup. La sceneggiatura è di Tom McCarthy e Josh Singer. Il direttore della fotografia è Masanobu Takayanagi, l’architetto-scenografo è Stephen H. Carter e la costumista Wendy Chuck. I produttori esecutivi sono Jeff Skoll, Jonathan King, Pierre Omidyar, Michael Bederman, Bard Dorros, Tom Ortenberg, Peter Lawson e Xavier Marchand. Il film è prodotto da Michael Sugar, Steve Golin, Nicole Rocklin e Blye Pagon Faust.
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