LIBRI COME 2015
Auditorium Parco della Musica – Officina 3 –
Venerdì 13 marzo, ore 19
COME RICONOSCERE UN BUON ROMANZO
dialogo tra
PAOLO DI PAOLO e ROBERTO MOLITERNI
vincitore della terza edizione del Premio Rai La Giara
conducono
PAOLA GAGLIANONE e ALESSANDRO SALAS
curatori del Laboratorio di Scrittura RaiEri
Letture di
FABIO TROIANO
dal romanzo di R.Moliterni Arrivederci a Berlino Est
ed.Rai Eri
Il Premio Rai La Giara per romanzi inediti di autori al di sotto dei trentanove anni, si sta sempre più configurando come un efficace osservatorio sulle scritture emergenti. Il capillare scouting realizzato dalle 21 commissioni di esperti presenti in ogni sede Rai, ha creato in pochi anni, le premesse per un vivaio di giovani narratori dalle sicure potenzialità. Per questo l’incontro a Libri Come sarà un momento per approfondire come nasce un buon romanzo, in quali circostanze, quali le letture che influiscono sul processo creativo e come soprattutto, se ne riconosce il valore, dato che questo è il filo conduttore che ispira tutto questo vasto progetto a cui quest’anno hanno partecipato più di 1.600 aspiranti scrittori.
La conversazione tra Paolo Di Paolo scrittore e critico, commissario per il premio La Giara e il vincitore della scorsa edizione, Roberto Moliterni, vuole aprire un confronto tra due giovani che intrapreso lo stesso cammino nel difficile mondo editoriale, ora dialogano sulle loro passioni, sapendo che il primo può essere di guida e incentivo all’altro.
Roberto Moliterni con il suo romanzo d’esordio, Arrivederci a Berlino est, aggiunge un altro tassello alla ideale collana di giovani autori individuati dal Premio La Giara, narrando vite di uomini e donne, che travolti dalla Storia non riusciranno ad assecondare i propri desideri e le proprie scelte.
Paola Gaglianone e Alessandro Salas, che da sette anni curano il laboratorio di scrittura creativa della Rai, condurranno l’incontro tra questi due giovani autori, facendo emergere i loro diversi punti di vista su verità storica e narrazione, ritmi e stili del racconto e il senso del narrare oggi.
I temi narrativi si intrecceranno e prenderanno corpo nelle letture di Fabio Troiano .
www.premioletterariolagiara.it
TITOLO: Arrivederci a Berlino est
Autore: Roberto Moliterni.
Edizioni: Rai Eri
Vincitore della terza edizione Premio Letterario Rai La Giara.
Commissione nazionale composta da: Pier Luigi Celli, Antonio Debenedetti, Gian Arturo Ferrari, Paolo Mauri, Franco Scaglia, Marino Sinibaldi e il Laboratorio di scrittura creativa Rai Eri.
Albania 1943. In un Comando della milizia fascista si procede al barbaro interrogatorio di un’anziana donna, madre di uno dei capi della resistenza albanese. Tra gli uomini italiani c’è anche il Titta, un giovane siciliano che aveva aderito con slancio al richiamo alle armi dell’Italia mussoliniana. Ma in Albania lo slancio militare si è ormai molto affievolito e i dubbi invadono il giovane e i suoi compagni di ventura.
Così in un clima di violenza e totale sbandamento ideologico inizia questo noir serratissimo, in cui vedremo il giovane siciliano entrare a far parte dei servizi segreti, cambiare più volte nome e identità, attraversando tutta l’Europa dell’est post bellica, dal blocco comunista, fino ai giorni in cui a Praga avanzano i carri dell’Armata Rossa. Un racconto complesso e ben costruito che procede con uno sviluppo temporale non lineare.
Berlino est 1982. Con un cambio improvviso di scena, ritroviamo il Titta, ormai maturo signore dall’aspetto anonimo, in una modesta pensione, quasi sempre chiuso in camera sua, che ascolta per intere giornate Aria di neve, un 45 giri a cui è chiaramente legata una lunga e travagliata storia d’amore, nata ai tempi della guerra. Allora infatti tra lui, prigioniero dei partigiani albanesi e Malvina, la bella e giovanissima partigiana che lo aveva in custodia, era nata una relazione d’amore profonda quanto impossibile, che li aveva proiettati in scelte radicali e per certi versi insostenibili. Per strani percorsi carsici del destino era comunque rimasta viva nel tempo con incontri sporadici e intensi. Si incontrano ancora a Berlino, ma il loro amore è messo ulteriormente alla prova, perché tutti e due si ritrovano a far parte dei servizi segreti dei rispettivi paesi che, politicamente su blocchi contrapposti, li controllano a vista.
La polizia segreta, la Stasi, staziona infatti davanti alla pensione del Titta mettendo in allarme la padrona del piccolo Hotel, ormai convinta che qualcuno dei suoi ospiti nasconda più di un segreto.
Berlino est è un reticolo di strade sul quale si muovono trafficanti di libertà: sono molti infatti quelli che vogliono saltare il muro e lasciarsi alle spalle il grigiore e il controllo comunista. Il Titta con l’ausilio di altri connazionali è imbrigliato in questo traffico, al solo scopo di dare la possibilità di una vita migliore a chi è schiacciato dalle ferree e ottuse leggi del totalitarismo. Tra coloro che vuole mettere in salvo c’è anche la giovane pianista-cameriera della pensione, Hellen, che vuole spiegare le ali del suo talento oltre il muro e per cui il Titta prova una tenera e sincera amicizia . Ma su quest’ultima impresa verso la libertà si spezza il sogno del Titta, quello di poter passare il resto della sua vita a Berlino con Malvina, il suo amore di sempre.
Moliterni riesce a governare bene il complesso intreccio degli eventi, a trascinare il lettore per le vie di Berlino est, a fargli sentire le sue strade come una grande gabbia, a fargli respirare il clima di quegli anni dalla Bulgaria alla Praga della rivoluzione, con una scrittura capace di ricreare tutti i colori delle diverse fasi attraversate dal suo protagonista: dai toni forti e intensi della gioventù inconsapevole e idealista, a quelli cupi di una maturità disillusa, a quelli grigi di una vecchiaia rassegnata con un cuore solo apparentemente in inverno.
Una scrittura che senza sacrificare il ritmo proprio di un noir, è capace di penetrare e scavare i propri personaggi restituendogli tutte le contraddizioni della vita vera.
Il protagonista si chiederà continuamente se siano state le proprie scelte a condurlo là dove si trova, o se la Storia, il contesto, le origini, gli abbiano tracciato un’unica strada percorribile.
Moliterni con una scrittura mai banale traccia un personaggio la cui amara consapevolezza ha il pregio di non essere dimenticata dal lettore.
Roberto Moliterni, (1984) è cresciuto a Matera. Dopo gli studi in cinema, nel 2010 ha vinto il Premio Malerba per la sceneggiatura In prima classe.
Ha pubblicato Fare un corto (Dino Audino Editore, 2012), collabora come rubricista a diverse riviste e ha un blog su “Donna Moderna”.
Ha ideato insieme a due amici le carte da gioco “Materane”.
Arrivederci a Berlino est è il suo primo romanzo.
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