di Valentina Gemelli.
Inizio alla grande a Tale e Quale Show visto che sei primo in classifica. Soddisfatto? Ti aspettavi questo successo?
No, io non ho mai vinto nessuna gara. La giuria, ossia la Goggi, Montesano, Amendola e l’ospite che, di volta in volta si alterna, che valuta sul canto, sulla presenza scenica, sulla mimica e la recitazione mi ha premiato nella prima puntata. Nella seconda sono stato penalizzato perché ho fatto un Vecchioni con poco sentimento. Io l’ho interpretato toccando la corda del professore universitario anche se è una canzone che parla d’amore ma è anche una canzone denuncia che parla di scuole, di scioperi, di ragazzi che protestano, dei signori del dolore che stanno cancellando la nostra memoria. Per cui, sull’imitazione sono abbastanza soddisfatto. Devo prestare attenzione a tutti i parametri che vengono valutati dalla giuria, sempre considerando che si tratta di un gioco e di un modo di esibirsi. L’importante è fare un buon numero in due minuti in cui ci siano tutte queste componenti per far si che, almeno, il pubblico si diverta. Con Claudio Amendola ho girato il mio primo film e quando Marco Risi gli chiedeva chi volesse nelle scene fuori sceneggiatura, Claudio rispondeva: “Salvatore Sciaffa”, ovvero il mio personaggio. E’ una giuria molto originale, particolare, variegata e preparatissima.
Possiamo dire che hai un certo Bagaglino di esperienza!
Bella la battuta. E’ splendida. Beh l’esperienza si fa sempre, anche quando fai la seratina volante. A sedici anni mi esibivo al piano bar ed ho iniziato a fare esperienza. Al Bagaglino facevo teoria e pratica perché al mio fianco avevo un maestro, Oreste Lionello, che era un maestro della voce, della pronuncia, della memoria. Mi ha insegnato le tecniche di recitazione, di memorizzazione di uso della voce con e senza microfono. Mi ha insegnato come stare in scena, come non stare sui talloni e sulla punta dei piedi, a non allargare le gambe, a conoscere il corpo, a sapere che cosa sta facendo il mignolo anche dentro la scarpa e a diversificare sempre.
Io trovo tutto questo fantastico. Direi Fantastico 7.
La trasmissione più importante, il vero trampolino di lancio con Pippo Baudo nei confronti del quale ho, ancora oggi, il timore reverenziale. Ricordo che non avevo idea di quello che fosse il mondo dello spettacolo e lo sognavo. Quando mi capitò l’occasione all’età di venti anni e mi vidi catapultato sul palcoscenico delle Vittorie persi 10 kg in un mese, cosa che sta accadendo anche adesso, Quindi ciò vuol dire che l’adrenalina mi fa tornare bambino. Questo lato del bambino che gioca lo voglio sempre mantenere, e quello che provo su Rai1 mi fa rivivere l’emozione, lo stupore la sorpresa, la paura ma mi dà anche la conferma che i miei sogni non erano delle fantasie, delle chimere ma piuttosto la voce di qualcuno che diceva di fare questo mestiere. E’ quello che si chiama dono di natura, quella strada che devi avere la fortuna di poter percorrere. Per un grande casinista come me, che distrugge quello che crea, non è facile. Il disegno fu la mia prima manifestazione di arte, sai cosa facevo? La professoressa di disegno organizzava una gita, ci portava a visitare la cattedrale ed io mi fissavo sulle guglie. Facevo tutti i chiaroscuri e mi fissavo sul particolare, tralasciando il resto, cioè la parte più importante, e vincevo per questo.
Ma è Spettacoloso!
Ecco, Spettacoloso è uno spettacolo che porto in scena assieme a Matilde Brandi. E’ una mini rivista musicale, contiene brani che sono cantati da Matilde, c’è il marito cornificato e mai amato dalla Brandi e si parla di noi artisti che sacrifichiamo la nostra vita in favore dello spettacolo. Il mio personaggio illustra, contemporaneamente, come sarebbe la vita di un attore o di un’attrice single e come sarebbe, invece, la vita di un attore che è sposato e parla sempre di provini con la propria partner: il nostro mondo virtuale che focalizza tutto e che cozza con quello reale di coloro che hanno degli orari diversi e predefiniti. E’ uno spettacolo che ha funzionato e che devo riprendere assolutamente anche perché il pubblico lo ha premiato.
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