Intervista all’attrice Alessandra Scirdi

Intervista all’attrice Alessandra Scirdi

Di Vito “Nik H.” Nicoletti
 

 
Ciao Alessandra. E’ un vero piacere ospitarti sul nostro portale. Iniziamo dalla prima domanda. Un bel tuffo nel passato. Da bambina cosa sognavi di fare?
Ciao Vito, è mio piacere essere vostra ospite. Da bambina volevo diventare una cantante d’opera lirica. I miei genitori mi portavano spesso al teatro dell’opera di Roma e a 11 anni chiesi a mio papà di regalarmi, per Natale, l’AIDA interpretata da Maria Callas che, ovviamente, era il mio mito. Giocavo nel salotto di casa e facevo finta di essere una volta Gilda, l’altra volta Aida o Zerlina. Col tempo, poi, ho scisso le passioni per la recitazione e il canto e ne è venuta fuori un’ attrice che canta.
 
Chi è Alessandra Scirdi?
Bella domanda…per quel che ne so io e per quel che ho capito di me fino ad ora, Alessandra Scirdi è una persona che sogna da 30 anni. È una sognatrice che non si è arresa, che continua a studiare e a credere nel valore nobile e un po’ antico del ” FARE CULTURA ” nonostante le difficoltà di un ambiente in cui troppo spesso ci si improvvisa Attori e Artisti senza avere alcuna competenza e coscienza. È una persona che conserva un bel dualismo. Dopo l’Accademia d’Arte Drammatica ho studiato Ostetricia in Facoltà di Medicina e Chirurgia a Roma, mi sono laureata ed iscritta al Collegio, ma non ho mai praticato. Alessandra è una ragazza divisa tra terra e cielo…continuamente.
 
Alessandra attrice, questo lavoro tocca il cuore?…e se si, come ci riesce?
Giorgio Albertazzi, uno dei più grandi maestri col quale ho avuto l ‘onore di lavorare, una sera ci disse: “Teatro è il momento in cui dici mare e ti bagni”. È proprio così, ed io, allo stesso modo, oggi ti dico: “è il momento in cui tocchi il cuore dell’ altro solo se è il tuo, per primo, ad essere toccato”. Se non lo risparmi, se sei ” disponibile e generosa ” nell’atto di recitare ed essere il personaggio che interpreti, arrivi al cuore. Altrimenti fingi. Riesci ad entrare nel cuore del pubblico se è il tuo cuore, per primo, ad essere toccato, senza finzioni.
 
Recitare vuol dire essere UNO, NESSUNO…CENTOMILA?
Uno, nessuno e centomila direi. Questo mestiere è un mestiere che si è, non un mestiere che si fa, e va di paripasso con la vita. La realtà è perpetuo movimento, eterno divenire, un ‘ incessante trasformazione da uno stato all’altro. È attore chi riesce a vivere e rivelare, su un palco o davanti una camera, questa verità mutevole. Solo se ci riesce continuamente e con tutto se stesso.
 
Se dico “Manuel” tu cosa mi rispondi?
Ti rispondo: “Manuel è un piccolo capolavoro di regia”. Le cose da dire sarebbero tante, ma posso dirti che Manuel è stata la felicità in un momento abbastanza tormentato per la mia vita personale. È l ‘ultimo lavoro cinematografico a cui ho preso parte, è un film di Dario Albertini e prodotto dalla Bibi Film di Angelo Barbagallo. Siamo appena tornati dalla 74 Mostra Internazionale di Venezia dove è stato presentato ed ora aspettiamo trepidanti di vederlo nelle sale.
 
Hai recitato in questo film interpretando il ruolo di Nunzia, l’educatrice di Manuel, Quando e perché hai deciso di sposare questo progetto?
Dario mi ha voluta incontrare per dirmi che avevo vinto il provino in un teatro di Testaccio. Abbiamo parlato a lungo, ancor prima di provare le scene. Non era un periodo facile della mia vita e Dario mi disse ” Io ho bisogno esattamente di tutta questa umanità”. E’ stato in quel momento che il mio cuore ha detto si, ho messo Alessandra nelle mani di un abilissimo scultore e ne è venuta fuori Nunzia.
 
Quanto c’è di Alessandra nel personaggio che interpreti?
I miei più cari amici, che hanno visto il film, mi dicono che quando mi arrabbio divento una strega come Nunzia. Nunzia è un’educatrice severa e stanca, non è cattiva. Se mi arrabbio, non mi arrabbio ” piano “, tiro fuori il peggio specialmente con me. In questo le somiglio.
 
Delle proposte di lavoro, qual è quella che escluderesti in modo tassativo e quella che invece ti piacerebbe fare che non hai ancora fatto?
Escluderei categoricamente un reality show. Mi piacerebbe interpretare una delle protagoniste del Teatro Greco di Siracusa o di Taormina. Ma c’è ancora tanto da imparare per realizzare questo sogno.
 
Ogni traguardo regala e toglie qualcosa. I tuoi traguardi, fino ad ora, cosa hanno regalato e cosa, invece, hanno tolto alla tua vita?
Le hanno regalato moltissimo. In primis la libertà impagabile di poter lavorare con ciò che amo più di ogni altra cosa al mondo e con ciò che costituisce ogni fibra di me. Non mi toglie nulla il mio mestiere, se lo fa ” è compreso nel pacchetto “.
 
C’e’ qualcosa che ti fa paura?
La crescente misoginia che dilaga come una macchia nera che non sembra arrestarsi. Il Narcisismo, i rapporti malati, una società non educata all’amore, l’abisso della mente umana…questo mi fa paura.
 
La felicità per Alessandra?
Tornare a casa dalla mia famiglia.
 
Alessandra, grazie per il tempo dedicatoci. Voce Spettacolo ti fa i migliori auguri per il tuo futuro e la tua carriera.
 

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