Vincenzo Bocciarelli è un attore, scrittore, produttore italiano nativo in provincia di Mantova ma cresciuto a Siena dove frequenta il Piccolo Teatro e a 15 anni vi debutta con Gli innamorati di Goldoni e la Fedra di Seneca. La sua è una carriera ricca di attività soprattutto a partire dagli gli anni 90 che si concretizza fra teatro, cinema e TV. Nella lunga chiacchierata ha rivelato molto delle sue passioni e anticipato progetti di imminente uscita.
Ringrazio Vincenzo Bocciarelli per il tempo dedicatomi ed invito anche i lettori di VOCE SPETTACOLO a conoscerlo dalle sue stesse parole, in questa intervista.
Benvenuto Vincenzo, grazie per avermi concesso quest’intervista. Potrebbe dirci chi è Vincenzo Bocciarelli… oggi? Ovvero dagli esordi in ambito cine spettacolo cos’è cambiato a distanza di tempo
Allora vediamo un po’… Chi sono oggi rispetto al Vincenzo degli esordi? Diciamo che in linea di massima mi sento sempre lo stesso per quanto riguarda l’entusiasmo e la passione per ciò che amo fare. Involontariamente ho conservato dentro di me la mia anima da fanciullo, stupito e curioso sempre più del mondo che mi circonda, la complessità dell’essere umano in tutti i suoi prismatici aspetti. È sempre quello il punto di partenza: il bisogno, la necessità di svelare i misteri che sono dentro e attorno a noi attraverso l’arte del racconto, la recitazione, la rappresentazione del mondo.Ho compiuto gli anni pochi giorni fa e ogni volta che raggiungo e aggiungo un nuovo ciclo solare alla mia vita mi sento verso un nuovo inizio.
Vuole raccontare qualche aneddoto per esempio sui primi incontri con registi, produttori, colleghi avvenuti in passato…
Di aneddoti e ricordi penso di averne collezionati parecchi, anche se per tuffarmi nel passato avrei bisogno del tempo adeguato. Ma la prima cosa che mi viene in mente è quella della mia audizione con il Maestro Giorgio Strelher. Scocco’ subito una scintilla speciale. Mentre recitavo il monologo di Kostantin del Gabbiano, lui mi parlava sopra commentando a voce alta come era solito fare durante le prove dei suoi spettacoli; io ovviamente non ero a conoscenza di questa sua peculiarità e con tutta l’incoscienza giovanile e anche un po’ di strafottenza mi fermai e lo fulminai con lo sguardo. Lui si zitti’ e a quel punto ripresi il mio …mi ama non mi ama mi ama non mi ama “checoviano”. Ovviamente superai l’audizione.
Le persone secondo lei cosa apprezzano maggiormente di Bocciarelli attore?
Non saprei e sinceramente non ci vorrei pensare. Io cerco con tutta l’umiltà che non vuol dire modestia, attenzione, di mettere il cuore in tutto ciò che la mia vita professionale e non solo mi offre. Quando sono in teatro o davanti alla macchina da presa percepisco un qualcosa di misterioso, di inspiegabile che passa e varca ogni limite ogni barriera e arriva dritto al cuore e alla mente della gente. Questo lo avverto… una sorta di dialogo invisibile che si intreccia con il filo della rappresentazione, della parola, dei miei occhi.
...e di Vincenzo persona?
La mia autenticità e la mia voglia di mettermi in discussione. Ho imparato negli anni a chiedere scusa e a ricordarmi ogni istante di dire grazie; la gratitudine, l’onestà e l’affidabilità sono alla base di tutto.Penso che nella vita privata come nel lavoro ciò che più viene apprezzato di me è la credibilità.
C’è qualcosa nel suo vissuto ad oggi che non e’ ancora riuscito a realizzare ma a cui tiene fortemente?
Per riuscire a fare tutto ciò che vorremmo fare penso che non basti una sola vita.La strada battuta dalla qualità e dall’asfalto resistente all’intemperie è costellata di tanta fatica e molti ostacoli. Le difficoltà e i venti contrari piegano ma non spezzano e ci rendono ancora più forti e motivati.Detto questo vorrei tanto che l’Italia mi offrisse l’opportunità che invece paesi stranieri come l’India o l’America mi hanno offerto: ruoli importanti nel cinema e nuove opportunità nella lunga serialita’ che mi ha visto negli anni passati portare a casa successi e importanti traguardi. Ma si sa, siamo nel flusso delle mode. Bisogna attendere che Bocciarelli torni di moda … Aspetterò come Siddartha sulla riva del fiume, con la mente salda, ma in moto perpetuo.
Progetti. ..Cosa puo’ dirci a riguardo?
In questi ultimi due anni c’è’ stato per me il boom dei riconoscimenti, dei premi. Mi sembrava quasi uno scherzo, ogni settimana venivo chiamato per una premiazione… grazie a tutti questi exploits mi sono arrivate ancora più proposte sia di teatro e nuove sceneggiature da leggere. Non vedo l’ora di stupirvi con nuovi personaggi… Il 23 marzo in Senato sarò protagonista di un bellissimo reading del libro “Comunicatore a chi” dei giornalisti Silvia Grasso e Roberto Iadicicco con la partecipazione di Claudio Baglioni, Monica Setta e tanti altri personaggi di rilievo.
Se tornasse indietro, artisticamente, cosa non rifarebbe e cosa invece farebbe senza esitare?
Non c’è una cosa che non rifarei. Ogni esperienza mi ha spinto e fatto crescere ogni volta di più. Forse avrei cercato di vincere in passato la mia timidezza e mi sarei proposto e fatto avanti di più con produttori e registi. In questo lavoro bisogna avere una gran faccia tosta ma purtroppo ogni tanto la mia anima da timido provinciale prende il sopravvento, inoltre c’è un pizzico di pigrizia…“Chi non risica non rosica “,mi dico spesso tra me e me.
Pensa che il suo lavoro sia apprezzato adeguatamente?
Mi ritengo soddisfatto, ho un pubblico speciale e attento che mi segue da anni. Ricevo ogni giorno dimostrazioni di affetto e di stima ma mi diverte e fa sognare l’idea che un giorno forse tra 100 anni un giovane o una fanciulla del futuro mi riveda in qualche scena di un film oppure legga qualche passo del mio libro Sulle ali dell’arte … oppure si soffermi su un particolare di un mio quadro, la proiezione nel futuro mi affascina e soprattutto pensare a ciò che resterà in eredità al mondo che verrà mi sprona e responsabilizza maggiormente.
Ha lavorato con diversi registi e colleghi attori… Ci racconta…
Ricordo con particolare affetto il ruolo di Parsifal diretto da K. Zanussi, poi ho avuto il piacere di essere diretto da Giulio Base ne L’inchiesta, senza contare tutte le regie teatrali sotto la guida del già citato Strehler, di Glauco Mauri quando ero in Compagnia con lui. Vorrei ricordare Ramachandra Babu, regista del kolossal “Professor Dinkan” le cui riprese si sono interrotte con il lockdown e purtroppo anche a causa della morte del regista….mi piacerebbe riprendere quel ruolo di “Vilain “ e portarlo a termine. Vorrei citare il colossal Red Land per l’impatto emotivo e il calore umano respirato sul set. Andando più indietro, ritrovo il successo di Incantesimo 5 e il piacere di lavorare con attori di teatro come Micaela Esdra e Paola Pitagora.
L’esperienza che ad oggi l’ha segnata di più.
Tendo a dimenticare e cancellare l’esperienze negative ma la cosa che più mi “segna” e rattrista è assistere impotente all’ autodistruzione del prossimo.
Quali sono i suoi “miti”, ovvero a quali grandi del passato si ispira e se fosse possibile, da chi accetterebbe loro insegnamenti per la sua professione?
Adoro Charlie Chaplin di cui ripropongo spesso nei miei recital il monologo finale del “Grande dittatore“.
Ultimante ho riscoperto i nostri grandi colossi del cinema e del teatro passato: Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Mastroianni e Gianni Santuccio il nostro Lorence Oliver italiano… i mie punti di riferimento. Passo notti intere a vedere e rivedere i loro film.
Di recente è tornato “alla Casa del Padre” Maurizio Costanzo, un grande Giornalista e Conduttore televisivo. Vuole dire qualcosa?
All’indomani della notizia della scomparsa di Maurizio Costanzo, giunta come un fulmine a ciel sereno, sono stato chiamato notte tempo dal direttore di Canale 21 Stefano Arquilla con il quale collaboro spesso, per condurre l’edizione straordinaria di Vg21 della storica rete privata che tra le altre cose vide negli anni ‘80 anche una collaborazione di Costanzo stesso. Nel momento in cui sono stato reclutato ho temuto di non essere altezza di ciò che mi si prospettava: in circa due ore di diretta racchiudere una carriera immensa e raccontare l’emozione e il cordoglio di tutti. Il direttore Arquilla anche questa volta mi ha spronato e mi sono immediatamente immerso nello studio delle tappe fondamentali della carriera e della vita di Costanzo. Grazie a tutto ciò ho potuto apprendere, conoscere e imparare tantissime cose e sentirmi così ancor più vicino al dolore dei familiari, a Maria de Filippi per la quale nutro profonda stima e affetto. Ho avuto la netta percezione che l’importante pagina che stavo sfogliando in quello momento avrebbe segnato la storia della cultura e della televisione. Mi rincresce solo di non averlo potuto incontrare recentemente. Lo conobbi molti anni fa mentre ero all’Eliseo a Roma, con lo spettacolo “Re Lear” ma purtroppo da allora non ho avuto più modo di incontrarlo.
Il lavoro degli artisti oggi, secondo lei, quanto è importante per la società civile? Specie post pandemia.
Sono profondamente convinto della funzione salvifica dell’arte ne è una prova il mio libro Sulle ali dell’arte che è il resoconto scritto del Bocciarelli Home Theatre, un contenitore culturale che lanciai il 10 marzo di ben 3 anni fa all’indomani del lockdown, ricreando il teatro a casa mia e intrattenendo il pubblico sulla mia piattaforma FB ogni giorno. Un messaggio di speranza per tutti, soprattutto per i giovani.E non a caso il 10 marzo 2023 ufficialmente presentato alle sede dell’Unar a Roma con la partecipazione straordinaria della giornalista Didi Leoni, l’attrice Karin Proia che darà voce alla mia anima attraverso le letture di alcuni passi del libro e tanti altri importanti personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo.
Quanto pensa sia cambiato il mestiere dell’attore con l’avvento della tecnologia?
La tecnologia può creare interessanti effetti speciali e aiutare il nostro lavoro intensificando le emozioni, ma non potrà mai sostituirsi all’uomo.
Il cinema italiano, la TV, il teatro…
Esperienze interessanti tutte e tre che mi hanno dato enormi soddisfazioni; la sola differenza è solo quella del linguaggio che adoperano, ma sono mezzi di comunicazione egualmente importanti. Amo particolarmente anche la conduzione televisiva e dal vivo perché crea un filo diretto con il pubblico.
Quali differenze con le produzioni estere europee ed americane, dal suo punto di vista…
Trovo che le produzioni del nostro paese debbano tutelare di più gli attori italiani. All’estero, dove i sindacati sono molto forti, è difficile che venga assegnata una parte da protagonista ad un attore non “indigeno “ come peraltro è capitato a me nel 2010 con La strada dei colori. Inoltre all’estero il lavoro di preparazione e progettazione di un film richiede un’attenzione capillare. Tutti gli aspetti vengono analizzati e controllati a 360 gradi e viene fatta molta attenzione riguardo alla scelta degli attori che devono essere dotati oltre che al talento di un forte carisma empatico e visivo.
Definisca l’Attore in 3 parole.
Bisogno Di Amore
Qualche “Anticipazione” artistica che la riguarda molto da vicino?
Non posso ancora anticipare nulla, ma mi sento di rassicurare il mio pubblico : ci saranno presto bellissime sorprese! ù
Quali valori sono importanti per Vincenzo Bocciarelli e quali prova a trasmettere?
Sono molto importanti i valori che mi ha trasmesso la mia famiglia : onestà, lealtà, non cercare mai delle scorciatoie in nessun ambito della mia vita. Le stesse cose che raccomando sempre anche ai miei allievi dei corsi di recitazione ,molto “paternamente”
L’amore, l’amicizia quale posto nella vita di Bocciarelli?
Fondamentali ma prima e’ importante conoscersi e stare perfettamente bene con se stessi
Fra i riconoscimenti e premi che ha ricevuto ricordiamo il “Vince Award” 2022. Vuole dire qualcosa in merito?
Sono molto orgoglioso per questo riconoscimento intitolato ad un attore come Vincenzo Crocitti che è stato un vero umile artigiano dello spettacolo e che tra l’altro porta il mio stesso nome.Ricordo che lo incontrai casualmente un po’ di anni fa, non ci conoscevamo, e lui mi dedicò uno sguardo speciale, quasi avesse avuto il presagio che un domani sarei salito su quel palcoscenico ed avrei vinto il Premio intitolato a lui. “Premio come Attore in Carriera”, ci tengo a ricordarlo.
Vincenzo Bocciarelli: a chi vorresti dire un semplice GRAZIE?
Vorrei ringraziare Francesco Fiumarella che con il suo ardore, la sua generosità si prodiga affinché vegano messo in risalto i veri artisti.
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