“Ringrazio l’attore Alessio Praticò per aver concesso questa esclusiva intervista per la mia Rubrica.
Alessio è un attore che si sta facendo spazio in ambito cine-tv ormai da tempo; dopo la laurea in architettura era stato ammesso alla scuola di teatro allo Stabile di Genova. Nel 2013 si diploma in recitazione e poco dopo avviene il suo debutto al cinema nel film “Antonia”. Da allora lo vediamo in svariate produzioni, fra cui: Lea, Lo Spietato, il Traditore (di Bellocchio), The Young Pope (di Sorrentino), Boris, il Miracolo, Il nostro Generale. Una carriera in crescendo, come rivela qui lo stesso Alessio;
Ai lettori di Voce Spettacolo conoscerlo un po’ meglio anche dalle sue risposte”. Alcuni scatti all’attore a corredo dell’intervista sono di Kicca Tommasi e Federica Pierpaoli. CM
Alessio Praticò: come si definisce?
Mi definisco una persona semplice ma con diversi tratti complessi. Una persona che ama far star bene gli altri, ma che a volte finisce per essere troppo intransigente con se stessa.
Come procede il suo vissuto artistico/lavorativo?
Al momento direi che procede bene, sono molto contento. Gli ultimi anni sono stati davvero intensi e mi hanno aiutato a fare tanta esperienza e contemporaneamente a raggiungere una crescita, sotto tanti punti di vista.
E il suo vissuto come persona?
Oggi sento di essere una persona più tranquilla ed equilibrata. Credo di aver costruito una maggiore consapevolezza di me stesso, un pizzico di sicurezza e una visione più serena delle cose. E di come affrontarle, soprattutto.
Le origini, la propria terra, l’amicizia, la famiglia, l’amore… cosa sono per Alessio?
Credo siano elementi fondamentali nella vita di tutti quanti noi. Per me diventano spesso anche elementi dai quale attingere per il mio lavoro, fonti di ispirazione e perché no, anche di rifugio e di protezione.
Alessio, quando nasce la sua “voglia di recitare”?
La mia “voglia di recitare” nasce molto presto, durante gli anni dell’asilo e della “primina” (scuola elementare frequentata a 5, 5 anni e mezzo). Frequentavo un centro per l’infanzia, “Villa Baby”, nel quale si curava molto l’aspetto del teatro e dell’arte. È lì che è nato tutto. Ed è lì che già dimostravo di avere una certa predisposizione per la recitazione, nonostante fossi molto piccolo.
Dagli esordi della sua passione artistica cos’è cambiato a distanza di tempo?
La passione è sempre la stessa, nonostante gli inevitabili alti e bassi. Probabilmente è cambiata la percezione. Credo sia normale, avendo più consapevolezza e maggior dimestichezza con quello che adesso è il mio lavoro. Il bambino che si diverte però è sempre vivo ed è così che deve essere.
Di recente l’abbiamo vista su Rai 1 nella mini serie “Il Nostro Generale”, nel ruolo del Capitano Umberto Bonaventura, personaggio reale, esperto di terrorismo che lavorò e collaborò con il Generale dei Carabinieri, Dalla Chiesa, nei nuclei speciali Antiterrorismo. Può raccontarci questa esperienza?
È stata una grande esperienza, non priva di difficoltà in quanto abbiamo girato durante la seconda ondata di covid, ma gli imprevisti sono parte del gioco. Tutti eravamo concentrati per un unico obiettivo: raccontare al meglio uno spaccato poco conosciuto della vita del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Narrare e mantenere viva la memoria di tutti quelli che hanno combattuto per proteggere la democrazia, durante un periodo storico piuttosto complicato per il nostro Paese. Le difficoltà non ci hanno minimamente toccato e anzi, hanno contribuito a fare squadra, a creare da subito una grande intesa tra attori, tecnici, maestranze, tutti. Lo straordinario gioco di squadra ha dato i suoi frutti e sono molto contento di aver preso parte a questo progetto.
Nel 2019 ha ricevuto il prestigioso Premio “Vincenzo Crocitti International”, e quest’anno è stato anche presente alla kermesse che ogni anno assegna l’ambito “Vince Award” ad artisti e personaggi talentuosi e meritevoli. La sua opinione?
È sempre bello ottenere dei riconoscimenti per aver fatto bene il proprio lavoro. È stata una grandissima soddisfazione ed un grande onore per me, essere premiato nel 2019 come “attore in carriera”. Il Premio Vincenzo Crocitti International è un premio molto importante, è un riconoscimento che tiene conto in maniera meritocratica, non soltanto delle capacità artistiche e professionali ma anche delle doti di sensibilità umana degli artisti. Quest’anno, finalmente, la premiazione ha ripreso gli eventi “in presenza” ed è stato molto bello prenderne parte da ospite. Ritornare ed incontrare tantissimi amici e colleghi, confrontarsi, conoscere i nuovi vincitori. Il Premio Vincenzo Crocitti è anche questo.
Può darci qualche anticipazione artistica per il 2023?
Nel 2023 usciranno alcuni progetti sui quali ho avuto il piacere di lavorare lo scorso anno. Si tratta di due serie, “Briganti” e “Un’estate fa”, ed un film “La Festa del Ritorno”, tratto dal libro omonimo di Carmine Abate, con la regia di Lorenzo Adorisio.
Alessio Praticò: a chi pensa di voler dire un semplice grazie?
Ogni persona che incontriamo nella nostra vita inevitabilmente ci lascia o ci porta via qualcosa, chi più, chi meno, chi del bene e chi del male. Questo inevitabile passaggio ci aiuta a crescere, a migliorare, a capire. Per questo motivo, penso di ringraziare tutti coloro che fanno parte o hanno fatto parte del mio percorso, sia chi mi ha fatto bene, sia chi mi ha fatto male. Da soli non siamo nulla. Li ringrazio tutti, senza di loro non sarei quello che sono. E ringrazio anche me stesso, per resistere, nonostante tutto.
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