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Intervista con il regista. Tonino Zangardi

Tonino Zangardi firma la regia del film, “L’esigenza di unirmi ogni volta con te” con Claudia Gerini e Marco Bocci, uscito nelle sale il 24 settembre. In tanti film (Sandrine nella pioggia, Zodiaco, Prendimi e portami via, Alullo Drom – L’anima zingara, ecc) ) è impossibile che non scatti la mimesi, l’identificazione nei suoi personaggi e nel suo immaginario registico.
Ho avuto modo di chiacchierare con lui. La conversazione è stata lunga. Abbiamo toccato diversi argomenti, partendo appunto dal suo ultimo film.
di Francesca Caon
 
“L’esigenza di unirmi ogni volta con te” è un film interpretato da Claudia Gerini e Marco Bocci, rispettivamente Giuliana e Leonardo, due destini che non solo si intrecciano, ma si stravolgono a vicenda. Come è nata l’idea di film?
E’ nata dal romanzo. Quando ho iniziato a scriverlo non pensavo, nè che un giorno sarebbe stato pubblicato, nè che ci avrei fatto un film.
L’esigenza di unirmi ogni volta con te” è il romanzo (Imprimatur 2015) da cui è tratto l’omonimo film. Già alla sua terza ristampa, è un successo di vendite e di consensi, che continuano a crescere col passaparola. Te lo aspettavi?
Assolutamente no. Io ero già felice di aver trovato una casa editrice che me lo pubblicasse, figurati se poi pensavo che avrebbe venduto. Però devo dire che quando l’hanno letto mi hanno detto subito che era forte ed erano molto positivi.
Torniamo un po’ indietro, ai tuoi esordi. Può accadere che l’arte, proprio come la fede, si basi su un principio di vocazione, su un momento epifanico in cui l’artista capisce di voler fare il regista, l’attore, scrivere libri… Tu quando hai capito di voler fare il regista? C’è stato un momento preciso?
Il momento preciso no. E’ maturato nel tempo. Quando ho compiuto 16 anni mio padre mi regalo’ una cinepresa super 8. Fu una scoperta sensazionale. Filmavo tutto. Le serate con gli amici, le vacanze, la nascita del nipotino, il matrimonio di un parente e poi passavo intere notti a montare….ho ancora nella cantina di mia madre centinaia di pellicole di quel periodo. Poi il Centro Sperimentale di Cinematografia ha fatto il resto. Lì ho capito che avrei seguito quella strada.
Che cos’è per te la regia?
La regia è una visione personale di come si vuol raccontare una storia. Sì, ci sono delle basi tecniche da sapere e anche una certa capacità di saper interagire con gli attori. Ma non nel spiegare con che tono devono dire “ Buongiorno” ma nella capacità di farli entrare in un personaggio. Devono abbandonare se stessi e vestirsi di un carattere, un modo di essere di un’altra persona. Secondo me, i grandi attori non sono quelli che studiano la tecnica recitativa ma quelli che guardando le persone, la gente, sanno ricrearli in maniera simile. Io sono per una recitazione di pancia e tutti gli attori e le attrici che scelgo fanno parte di questa categoria.
Ecco la regia è innanzitutto saper guidare gli attori e poi scrivere con le immagini.
Come fu l’esperienza al Centro sperimentale di Cinematografia ai tempi di Fellini, Taviani, Nanni Loy?
Straordinaria. Ricordo ancora il primo giorno quando ci portarono allo Studio 5 di Cinecittà e vidi un signore con un cappello seduto sopra un Dolly altissimo di fronte alla sagoma di una grande nave di cartone, che gridava “ Azione “. Noi tutti rimanemmo allibiti nel vedere una ventina di persone da una parte e altrettante di fronte che agitavano un immenso telone nero di plastica: facevano il mare. Quel signore era FELLINI.
Rispetto a quando hai iniziato tu, oggi è più difficile provare a lavorare nel cinema? Per un giovane che vuole iniziare, ci sono più ostacoli?
Oggi è molto ma molto più difficile. Questo nostro bel Paese sta andando in una deriva culturale senza precedenti. La televisione ha ucciso tutto e i dementi aumentano sempre di più. Però devo anche dire che niente è facile nella vita. Fare la scelta artistica è una delle cose più coraggiose che si possa fare poiché è molto difficile viverci a meno che non sei figlio di papa’……però dico anche che chi ha il talento vero prima o poi esce. Una roba del genere non riesce a fermarla nessuno. E’ solo questione di tempo, determinazione e un pizzico di fortuna ma questa come si sa aiuta gli audaci.
Che tipo di spettatore è Tonino Zangardi? Cosa ti piace guardare e cosa proprio non sopporti?
Sono un divoratore. In quest’ultimo periodo adoro le serie americane su Sky. Devo dire che hanno superato il cinema. Breaking Bad, True Detective, Il trono di spade sono serie spettacolari. Non ne ho perso una sola puntata. Ora è iniziata la seconda serie di True Detective e io già sono partito. L’unica cosa è che amo vederle tutte di seguito. A volte di notte sono capace di vedermi tre, quattro puntate di seguito finchè non crollo.
C’è un lavoro o un momento sul set a cui sei più legato?
Risposta secca: il primo giorno di set del mio primo film ALLULLO DROM. Un’emozione indimenticabile vedere mentre scendevo lungo la valle 200 zingari, gli attori e tutta la troupe, lì pronta ad aspettare me. La sensazione che una storia partorita dal mio cervello aveva preso forma materiale.
Pensi che il mondo del cinema in genere risenta del malessere economico nazionale ed europeo?
Non c’entra il malessere economico. C’è la stupidità politica di non capire l’importanza. Ma credo che questo sia maggiormente in Italia perchè negli altri Paesi continuano a investire e tanto.
Qual è il tuo rapporto con la musica?Se la tua vita fosse una canzone, quale sarebbe?
Simbiotico. L’ascolto in continuazione. Sono un collezionista di vinili. Ce ne sono tante di canzoni ma ne nomino due. Una italiana e una straniera: VENDO CASA di Battisti ed IMAGINE di Lennon.
I Mammooth firmano la colonna sonora del film “L’esigenza di unirmi ogni volta con te”, un sodalizio artistico iniziato con “Sandrine nella pioggia”. Come è nata questa collaborazione?
Per caso. L’assistente montatore sul mio film SANDRINE NELLA PIOGGIA arrivava tutte le mattine con le cuffie. Un giorno gli ho chiesto: “Ma cosa senti?” E lui mi ha risposto: “Una band di miei amici”. Quando me li ha fatti ascoltare sono rimasto fulminato. Erano i Mammooth.
Un tuo pregio ed un tuo difetto?
Essere passionale li racchiude tutti e due
Di cosa ti stai occupando ora?
Giro in lungo e in largo l’Italia. Mi stanno invitando in un sacco di posti a presentare il romanzo. Poi la preparazione per il lancio del film che uscirà dopo metà settembre al cinema….e forse un nuovo progetto.
Se potessi tornare indietro, c’è qualcosa che vorresti dire a qualcuno e che non hai fatto in tempo a dire?
Sì. Rimani qui.
 
T2

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