Intervista con la Band. Masking The Hate

Intervista con la Band. Masking The Hate

di Walter Nicoletti.
Ciao Ragazzi! E’ un vero piacere ospitarvi sul nostro portale. Partiamo dagli esordi. La prima volta sul palco…
La prima serata è come ci si aspetterebbe: tante emozioni e volumi a palla senza sentire nulla di ciò che facevamo. Ricordiamo che in ogni caso non abbiamo avuto chissà quante esibizioni live, quindi abbiamo ancora tante problematiche da conoscere, in fondo siamo nuovi a questo mondo. Siamo inoltre carichissimi per venerdì 26 febbraio che a frattamaggiore al « Black Mirror Pubblic House » ci esibiremo. Abbiamo una gran voglia di fare bene.
La musica può davvero essere l’unica ragione di vita per un artista?
Almeno all’inizio la musica è un investimento enorme che richiede anche un impegno costante. Noi abbiamo scelto di percorrere questa strada perché vediamo nella musica la nostra espressione più limpida, attraverso la musica ci potete conoscere per come siamo realmente. Nei momenti in cui si è più tristi, nei momenti in cui si è più gioiosi la musica ci accompagna e passo dopo passo ci entra sempre più nel cuore facendolo battere come una doppia cassa. La musica, si, è la nostra ragione di vita.
Attraverso i vostri brani quale messaggio volete far giungere al pubblico?
Non vogliamo mandare un messaggio ben preciso. I nostri testi a parte “Unforgiven Angel”, sono delle storie che noi raccontiamo. Forse la cosa su cui noi premiamo molto è l’armonia delle melodie e cerchiamo di far provare ai nostri ascoltatori le stesse emozioni che proviamo noi, perché si sa la musica è un linguaggio universale. Ci teniamo veramente tanto a mandare un messaggio non tanto con i testi ma con le melodie delle nostre canzoni.
Cantanti si nasce… o si diventa?
Cantanti si diventa, però si nasce con la passione della musica. Si diventa semplicemente perché la voce può veramente modificarsi quasi del tutto con il passare del tempo e con il costante allenamento. Forse è un cliché il “cantare sotto la doccia” ma è fondamentale anche questo, serve tutto.
Quanto conta lo studio e la preparazione?
Anche la musica come del resto tutto ciò che si sceglie di fare è questione di costanza, preparazione e allenamento. Consigliamo a chiunque abbia la passione della musica di essere costante nello studio perché davvero quante più cose si conoscono più la mente ha spazio per la composizione e si riesce meglio a strutturare le canzoni. Noi ogni giorno passiamo ore e ore a suonare, a studiare perché se davvero vogliamo che la musica sia parte integrante delle nostre vite dobbiamo impegnarci veramente tanto.
Come definite il vostro stile e a chi vi ispirate?
Non abbiamo gruppi di riferimento, non ci ispiriamo a nessuno in particolare. Noi suoniamo e componiamo secondo le nostre idee. Siamo dell’idea di suonare ciò che pensiamo, non distaccandoci ovviamente dal nucleo metal. Vogliamo creare un mondo nostro, fatto di gioie e dolori, descrizioni di paesaggi e racconti di storie che riescano a costruire i nostro “universo parallelo”.
Come vorreste orientare il vostro futuro?
Sarebbe troppo scontato dire di diventare qualcuno, avere date, vedere i nostri sforzi ripagati con il calore della gente e vedere le persone con la nostra musica nelle cuffiette mentre muovono la testa a ritmo. Il nostro sogno più grande è quello di stare sempre insieme, viverci giorno dopo giorno e fare tutto insieme. Prima che colleghi siamo molto amici, anzi quasi fratelli. I Masking The Hate prima di essere una band sono una famiglia e sicuramente non faremo mai a meno del nostro rapporto. Il nostro futuro indipendentemente da tutto è la musica, perché noi vogliamo che la musica sia la nostra fuga dalla realtà, perché fare musica è bellissimo, ma fare musica con degli amici così e sicuramente la cosa che ci darà sempre una marcia in più.
 
Masking The Hate – www.facebook.com/maskingthehate

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