La nostra Valentina Gemelli ha intervistato Alberto Bertoli. Di seguito l’intervista esclusiva rilasciata per voi lettori!
“Io mi chiamo Alberto Bertoli, sposo quello che canto ed eseguo solo le canzoni di mio padre in cui credo”è una frase estrapolata dal tuo libro “Come un uomo”. Chi è Alberto Bertoli?
Alberto Bertoli è un uomo che fa un sacco di cose ma che può definirsi ontologicamente un Cantautore prima di tutto. Ho fatto e faccio tantissime altre cose ma parto sempre da qui. Mi piace ripetere la definizione che mi ha dato Andrea Scanzi nella prefazione al mio libro, sono un entusiasta incazzato.
Il tuo primo esordio, cosa ricordi?
Primo esordio per me non ha un solo riferimento, se ti riferisci alla prima volta che ho cantato davanti a un teatro gremito, è stata nel mezzo di un concerto di mio padre, e posso dirti che ero impietrito, ma che nel mezzo della canzone, quando la navigazione era ancora a vista, mi sono girato e ho visto mio padre che mi incitava tutto contento, non che il pubblico fosse da meno anzi si pelarono letteralmente le mani alla fine. Sono molto legato a quel momento irripetibile. Quella è una delle cose più belle che ricordi…
Sei il figlio del grande Pierangelo Bertoli e, come lui, scrivi la tua musica. Come nasce una canzone?
Non so come nasca per gli altri, io parto da un’idea, un concetto che poi si traduce in una frase letterale da musicare. Spesso faccio molte musiche senza parole ma quelle non sono canzoni per me, una canzone è tale quando riesco a farla parlare con un mio testo.
Hai lavorato nel musical “The Rocky horror picture show”. Sei anche attore, quindi?
Diciamo che confermarti che sono un attore mi metterebbe in difficoltà soprattutto con te: ho recitato poche volte nella mia vita ma tutte furono molto apprezzate, e devo dire che di questo sono rimasto sempre molto stupito. In realtà a recitare non ci avevo pensato mai prima: lessi l’audizione per il musical e come si fa da ragazzini, anche se non lo ero più, mi presentai senza pensarci. Quando mi chiesero di recitare feci la cosa che so fare meglio: cantai, senza note, il copione. Mi piacerebbe riprovare a farlo magari affiancato da professionisti, sarebbe una bella sfida.
Come affronti la vita ? “A muso duro” ?
Quella frase ha un significato particolare per me e per tutta la mia famiglia, credo che tutti noi fratelli l’affronteremo sempre così perché questo è il modo in cui abbiamo imparato a vivere e in cui abbiamo sempre vissuto, sempre seguendo la nostra strada.
La tua passione per la musica cosa ha tolto alla tua vita e cosa, invece, ha dato fino ad ora?
Dovrei dire tempo, in realtà se hai una passione non “toglie niente” ma sei tu che decidi di dedicargli il tuo tempo migliore, la differenza tra una persona che vive bene e una che vive male credo stia in questo: nel modo in cui decidi di vedere e vivere la tua vita. La musica mi ha dato tantissimo, emozioni, rifugio, sfogo, amicizie, stupori, rinascite… è difficile spiegare una cosa del genere se non dicendo che la musica mi ha dato quello che una vera passione può dare a tutti.
Hai collaborato con artisti quali Ligabue, i Tazenda, Luca Carboni, Enrico Ruggeri, Nomadi… C’è un ricordo prezioso che vuoi condividere con noi?
Di ricordi ce ne sono tanti, ma la cosa più bella che mi sta succedendo ora è quella di lavorare assieme a Luca Carboni per fare un nuovo cd. Lui è una persona unica che ha conservato lo stupore e l’entusiasmo di un bambino nella serietà e dedizione di un adulto, cosa che purtroppo non succede quasi mai. Spesso la gente diventa solo calcolatrice e cerca di estraniarsi dalle proprie emozioni come se fossero un difetto.
Secondo te questo è “Il tempo degli eroi”?
Si credo che la nostra sia un’era di forte apparenza che è passata prima da quella puramente fisica ed è arrivata ora anche a quella concettuale. Ad esempio l’evoluzione dei social network è evidente: i pensieri sono liquidi, presto obsoleti e più attaccati alla forma che alla sostanza. Conta molto più trovare la frase ad effetto che il concetto che ci sta dietro, come succede su twitter. Conta molto più avere una notizia fresca senza tante fondamenta così da averne poi un’altra pronta a mandare nell’oblio la precedente e dire prima degli altri qualcosa che spesso è molto scontato, come sembra invece succedere su facebook… e così via fino ad arrivare agli “esperti informati” che si sono letti 50 articoli su internet e credono di essere dei medici, ingegneri….
Alberto in tour? Quando, dove?
Sono un’artista che lavora come negli anni 70/80 in cui si diceva “A calendario aperto”, cioè sono sempre in tour anche se d’estate si gira molto di più. Potete vedere i miei concerti su www.albertobertoli.it oppure sulla mia pagina facebook www.facebook.com/Albertoli oppure su twitter www. twitter.com/albertoli1980 o su instagram @albertobertoliofficial.
C’è qualcosa che ti fa paura?
Molte cose: indecisioni, paure, pensieri sul futuro ma niente mi ghiaccia sul posto facendomi rimanere inerme. Credo di essere quindi una persona coraggiosa cioè che affronta ad una ad una le sue paure arrivando infondo ad ognuna di esse. Se non hai paura non sei coraggioso, sei irresponsabile.
Qual è il confine tra la persona e l’artista Alberto?
Non so se sia giusto definire un confine so però che è giusto dire una cosa: io sono prima di tutto una persona e faccio questo mestiere dicendo di esserlo, non sono le mie canzoni, quelle sono solo una parte di me che decido di mostrare e come spesso si fa, è spesso la migliore.
Quali sono i momenti speciali della vita che porti con te?
Di momenti speciali te ne ho già scritto uno, nel mezzo del milione di cose ce faccio ho scritto anche un libro come ti dicevo, ( “ Come un uomo” ed. Infinito) assieme ad un amico Gabriele Maestri. Lì ho raccontato molti momenti di vita speciali che porto con me, spesso riguardano mio padre o la musica o la mia famiglia o le altre persone o cose indispensabili della mia vita.
Progetti futuri?
Tanti e disparati, ne avessi il tempo sarei sempre dietro a rincorrere un sogno nuovo. Per ora lavoro al mio prossimo cd con Carboni, faccio concerti, organizzo il premio Pierangelo Bertoli che si terrà il 21 novembre al teatro Storchi di Modena (per l’occasione saranno premiati: gli Stadio, Nicolò Fabi, Massimo Bubola, Levante e il vincitore delle nuove proposte) e ho scritto una colonna sonora di un film che spero uscirà presto.