Gianfranco De Cataldo ha incontrato Daniele Petronelli, disk jockey italiano, il quale ha rilasciato un’intervista esclusiva.
Cominciamo dagli inizi, qual è stato il tuo primo contatto con la musica?
Risale ai primi minuti di “vita terrena” grazie a mio padre, grande ispiratore e cultore di musica di grande livello e di artisti del calibro di Dire Straits, Queen, Sting, Kraftwerk ecc…
Cosa ti fa continuare in questa direzione?
La passione infinita per questo lavoro.
Con il gran numero di dischi come si può essere veramente “liberi di ascoltare”…
Bisogna avere tanta pazienza e ascoltare più musica possibile.
La conoscenza di altri autori quanto è importante secondo te per migliorarsi?
E’ fondamentale.
La tua esperienza più gratificante?
Ce ne sono state tante… certo mettere i dischi in Mexico in un festival da 20.000 persone impazzite per una foto o un autografo è stata una delle più belle.
Cosa ne pensi di chi dice “io sono un dj, e lo faccio per me stesso”, poi però allo stesso tempo cerca di produrre?
Si produce anche per se stessi. Non lo ritengo un problema.
E’ cambiato nel tempo il tuo modo di percepire la musica?
Beh, l’esperienza decennale ti porta assolutamente a cambiare, o meglio “aggiornare” la percezione dei suoni, cercando sempre qualcosa di nuovo, qualcosa da sperimentare o da tirare fuori dal passato.
C’è un consiglio che ti andrebbe di dare agli esordienti disk jockey?
Di non avere fretta… e soprattutto di non “svendersi” accontentandosi di esibirsi in locali che danno spazio solo in cambio di “tavoli”.
Come e’ cambiato negli anni il modo di fare musica, sia a livello di produzione che di diffusione?
Credo che facciamo prima a parlare di cosa “non” è cambiato! E’ tutto piu’ facile, ci sono milioni di “etichette” indipendenti pronte a pubblicare un disco fatto di 6 minuti di cassa e clap, dobbiamo ricordarci però che prima di ritenersi dj o producer bisogna fare quella che oggi vien vista come una cosa da vecchi… LA GAVETTA!
Progetti futuri?
Con un mio nuovo amico/collaboratore (WORP) abbiamo messo su un progetto che si chiama XOXO che è gia top 10 overall su Beatport con una cover dei Beatles in chiave deep house. Tra un po’ uscirà anche su Universal, un genere sempre underground di qualità, ma passabilissimo anche dalle radio. Piedi per terra e stiamo a vedere.