Il nostro attore e direttore Walter Nicoletti ha intervistato l’attore Vito Facciolla. Di seguito l’intervista esclusiva rilasciata a voi lettori!
Pugliese purosangue, proveniente da Polignano a Mare, nonchè noto attore di teatro e cinema. E’ un vero piacere ospitarti sul nostro portale. Iniziamo dalla prima domanda. Vito e la recitazione, un incontro che avviene per caso o per destino?
Non saprei dire. Sicuramente c’era già in me una predisposizione innata, ma come ho già detto in altre occasioni, è stata la mia insegnante delle elementari a riconoscere in me queste doti o qualità. A sua volta mi presentò al maestro De Laurentis il quale preparava tutte le recite ed i saggi e diventai subito il protagonista indiscusso di tutti gli eventi. Ho dei ricordi bellissimi perché trascorrevo gran parte della giornata nella classe di quest’ultimo, perciò è come se avessi frequentato due sezioni. Dopo di me ci fu il vuoto. Mi toccò recitare alla scuola elementare fino alla fine delle medie e oltre! Il presidente del CONI, da Bruno Vespa, ha detto che Mennea non sarebbe stato nessuno senza il prof.Mascolo. Ecco, il mio Mascolo si chiama Caterina Lavarra Lattarulo.
Domenica 29 e Lunedì 30 marzo è andata in onda su Rai Uno la fiction “Pietro Mennea-La Freccia del Sud” in cui hai interpretato magistralmente il ruolo di Franco Mascolo, primo allenatore e punto di riferimento nella storia della carriera di Mennea. Il significato e la rilevanza di questa esperienza nella tua carriera artistica.
Innanzitutto ho avuto l’onore di conoscere il personaggio che ho interpretato. Vivo e vegeto. Anzi forse più in forma di me! Questa è una grande fortuna per un attore perché spesso si “gioca” con dei ruoli d’immaginazione. Per quel po’ che gli sono stato vicino, dagli aneddoti che m’ha raccontato, ho colto in lui un Amore spassionato nei confronti della Vita. E poi ancora l’onestà, la lealtà, la fatica, la sana competizione. Valori puri che formano un Uomo e che si rafforzano con lo sport, in questo caso l’atletica. Persona fantastica, di grande spessore e umanità. M’ha prestato il cronometro originale, oggetto-reliquia che m’ha dato grande forza sul set. Non so quanto sia stato bravo a trasmettere nella fiction tutto ciò… Sicuramente è un progetto di alta rilevanza, vista la qualità del prodotto. Gli sceneggiatori e Ricky Tognazzi hanno fatto un grande affresco su Pietro Mennea e fortunatamente “la pellicola” vive più a lungo di noi!
“Anime Nere” di Francesco Munzi vince il Bif&st 2015. Anche qui è presente il tuo volto. Servono i premi per un artista? Che senso hanno per te?
Non saprei. Immagino che servano a consolidare e confermare il lavoro svolto. Forse servono come paletti per continuare meglio sulla propria strada. In un certo qual modo si riconosce un valore indiscusso. E questo potrebbe significare in seguito lavorare forse in condizioni più ottimali, anche economicamente parlando. Anime Nere è un grande film in quanto evidenzia antropologicamente tratti e caratteristiche umane che appartengono ad ognuno di noi. Non è solo un film sulla Calabria. Parlo di sentimenti atavici come la vendetta messi “a fuoco” magistralmente. Sta qui la grandezza di Munzi.
In te, Vito, c’è un confine tra la persona e l’artista?
Assolutamente si. Nella vita mi sforzo di recitare il meno possibile.
Come ti rapporti alle critiche?
Le critica tanto per criticare, non m’interessa. Ma se questa apre ad una discussione costruttiva, è sempre un valore aggiunto. Si ha sempre qualcosa da imparare e bisogna essere disposti a mettersi in discussione, per crescere.
Come ti poni nei confronti della vita?
Non per fare retorica, ma la Vita è un dono meraviglioso. Veramente. Anche nelle sfortune. Peccato che sia talmente breve. Cent’anni non sono nulla!
Le arti ( Teatro, Cinema, letteratura etc) tutte insieme, possono cambiare il mondo?
In Italia penso che potremmo riprenderci economicamente solo con la Cultura! Potrebbe essere la fonte primaria d’entrate, visto l’immenso patrimonio non solo artistico che ci ritroviamo. Tutti vogliono venire almeno una volta nella vita a visitare il nostro Paese. Potremmo essere tutti ricchi! Ma la ricchezza interiore si consolida nell’animo, sin da piccoli, proprio coltivando lo studio dalle arti. Indispensabili per l’elevazione dei sentimenti dell’essere umano. Primo Levi ha raccontato benissimo come in situazioni estreme ci si può salvare anche solo semplicemente cantando una canzone. Non dimenticando che esiste la Poesia, ci si può piegare fisicamente, ma non spiritualmente.
Oggi è molto difficile dire grazie. Diresti grazie a chi e per cosa?
Ai miei genitori per avermi messo al mondo.