di Gianfranco De Cataldo.
Ciao Paolo! La prima domanda. Un tuffo nel passato. Da bambino dicevi… “da grande farò”…?
Lo scrittore. Adoravo immergermi nella lettura, sognavo di essere capace di scrivere, raccontare, inventare e reinventare. Il sogno si è realizzato, in un certo senso, visto che molto del mio tempo passa attraverso la lettura e la scrittura, e il lavoro per aiutare altri a scrivere, raccontare, inventare…
Secondo te come è possibile “creare” ancora cinema di qualità?
Investendo in nuove idee e nuovi talenti, selezionando progetti coraggiosi e intensi, lavorando per raggiungere e coinvolgere il pubblico più ampio possibile. Senza schemi, pregiudizi, parzialità.
Piemonte Doc Film Fund: Raccontaci questo Progetto.
Dieci anni fa Film Commission Torino Piemonte e Regione Piemonte hanno deciso di dare vita a un progetto forte e innovativo per internazionalizzare e professionalizzare la realtà del documentario nella regione, che vedeva ai tempi diversi autori e produttori importanti, ma grandi potenzialità ancora inespresse. Il PDFF ha lavorato dal 2007 con un sostegno economico investendo sullo sviluppo e la produzione di molti progetti, e sono 150 i film doc realizzati e diffusi in quasi 50 nazioni in tutto il mondo in questi anni. Oltre a questo, ha anche contribuito ad alimentare un pubblico ampio e appassionato, e al consolidamento di un ambiente più coeso, collaborativo e visibile.
Quali novità ti senti di aver apportato rispetto alla precedente gestione?
Sto dando continuità a un percorso sviluppato negli anni con eccellenti risultati, poi certamente sto cercando di dare un contributo personale, estendendo a tutta l’attività di FCTP quanto sviluppato finora nei settori di mia competenza: il lavoro nel segno dell’internazionalizzazione e professionalizzazione; la ricerca di equilibrio tra attrazione di progetti dall’esterno e sostegno di autori/produttori locali; la massima trasparenza, ottimizzazione e apertura all’esterno, sviluppando con tutte le risorse del territorio il senso di squadra e sinergia, la catalogazione e valorizzazione del passato, che ritengo indispensabile per dare slancio al presente e al futuro. La novità rispetto a prima è senz’altro il maggiore lavoro di fund raising attraverso il coinvolgimento dei privati, grazie all’esperienza consolidata di FIP- Film Investimenti Piemonte, la società di FCTP che lavora in tal senso.
Un tuo personale parere sul Cinema in Italia.
Credo valga quanto dicevo prima del documentario di anni fa: “Grandi potenzialità ancora inespresse”. Oggi nel cinema italiano ci sono grandi Maestri in attività, molte nuove energie che convergono in film nuovi e interessanti, a questo punto ci vorrebbe un quadro generale che combatta con più forza la dispersione di forze, tempo, investimenti.
Il Futuro delle Film Commission in Italia secondo te.
Per chi fa cinema in Italia è fondamentale avere degli interlocutori istituzionali capaci di fare da punto di riferimento e catalizzatore, ed è importante che ci sia una vicinanza effettiva. Per questo, credo che il livello centrale nazionale non sia sufficiente, e delle FC regionali che lavorino in modo complementare siano fondamentali.
Perchè si dovrebbero girare progetti in Piemonte ?
Perché in termini di location, professionalità, strutture, cultura e passione per il cinema e il lavoro del cinema, ambiente e qualità della vita, c’è un contesto ideale e direi unico in cui lavorare.
Se la tua vita fosse un film quale sarebbe? E perché?
Con baldanza giovanile direi “Escape from New York” di John Carpenter, per molte ragioni affettive dico, alla fine, «Una storia vera (The Straight Story)” di David Lynch.
Cosa consigli agli aspiranti Produttori?
Essere curiosi, informati e preparati, audaci, veloci, e focalizzati su pochi progetti importanti, in grado di rendersi credibili e autorevoli.
Progetti futuri?
Un sostegno sempre più forte al nuovo cinema e alla serialità più innovativa, una collaborazione sempre più stretta con forme di distribuzione capillare on line e offline.
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