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Intervista tra sogno e realtà. Carlotta Galmarini

Di Vito “Nik H.” Nicoletti
 

 
Ciao Carlotta! E’ un vero piacere ospitarti nuovamente sul nostro portale. Cominciamo dalla prima domanda, se dico “Vietato morire” tu cosa mi rispondi?
Vietato Morire è un brano molto famoso del cantante Ermal Meta presentato al festival di Sanremo 2017. È un brano estremamente sensibile, impegnato ed allo stesso tempo reazionario. Dico questo perché oggi si sente molto spesso parlare di abusi psicologici, sessuali e di violenza non solo contro le donne ma anche contro uomini e bambini. Scrivere questi brani credo serva a sensibilizzare il pubblico in maniera più diretta e meno arida. La musica, artisticamente parlando, è un mezzo molto potente se usato nella giusta direzione.
 
E’ stato premiato come miglior videoclip del 2017, che significato ha per te?
Aver preso parte a questo progetto e’ stato gratificante sia per il progetto e sia per i premi vinti. Quando si lavora su un set si crea una specie di squadra e  in questo caso specifico, lavorare con gli Slim Dogs è stato abbastanza divertente. Sul set si è creato sempre un clima rilassato e di fiducia, sono davvero forti. Sono felice del premio vinto e che sia arrivato un messaggio così forte a tutti i giovani. Abbiamo avuto circa 42 milioni di visualizzazioni e tantissimi commenti. 
 
Quando si parla di donne, di cosa si parla, di cosa si dovrebbe parlare?
Quando si parla di donne si dovrebbe parlare di cinema degli anni passati. Si dovrebbe parlare di donne come Anna Magnani, Monica Vitti, Silvana Mangano, che rispecchiavano le donne lavoratrici instancabili o le madri di famiglia, delle donne fantastiche e coraggiose… mi viene in mente una poesia di Totò… 

La donna
Chi l’ha criata è stato nu grand’ommo,
nun ‘o vvoglio sapè, chi è stato è stato;
è stato ‘o Pateterno? E quanno, e comme? 
Ch’avite ditto? ‘0 fatto d’ ‘a custata?
Ma ‘a femmena è na cosa troppo bella,
nun ‘a puteva fà cu ‘a custatella! 
Per carità, non dite fesserie!
Mo v’ ‘o ddich’io comm’ è stata criata:
è stato nu lavoro ‘e fantasia,
è stata na magnifica truvata,
e su questo non faccio discussione;
chi l’ha criata è gghiuto int’ ‘o pallone!

 
Noi viviamo in un’ epoca in cui essere donne è difficile e pericoloso. Si va incontro a molte trappole, come si è visto ultimamente col caso Weinstein, o ad episodi di violenza sulle donne. Siamo riuscite ad acquisire dei diritti ma non siamo totalmente padrone di noi stesse e della nostra femminilità, sempre in balia di violenze o ricatti. Parlare di femminilità è un discorso talmente complesso che andrebbe a toccare molto periodi storici che ci hanno emancipato ed anche indurito.
 
So che sei stata anche a New York per un po’ di tempo, cosa ti ha spinto ad andarci…e perchè?
Sono partita per New York quest’ estate. Non ero mai stata negli Stati Uniti e volevo frequentare una scuola di recitazione per poter imparare a recitare e ad esprimermi in inglese. Ogni anno passo dei periodi a Londra, ma visti i molteplici attentati ho optato per la “Grande mela” e questa scelta non mi ha delusa. Sono partita dopo una delusione lavorativa e una delusione amorosa. La spinta primaria mi è stata data dal fatto di perfezionarmi nei miei studi e di fare un’ esperienza di vita diversa da quella a cui ero abituata. Sentivo il bisogno di rimettermi in forze e di costruire qualcosa di mio a livello lavorativo e personale. 
 
Hai trovato molte differenze con l’Italia?
Adoro il mio paese e tutto quello che mi offre. Non ci sono molte differenze. Ovviamente da entrambe le parti si trovano i pro e i contro. 
 
Ogni traguardo regala e toglie qualcosa. I tuoi traguardi, fino ad ora, cosa hanno regalato e cosa, invece, hanno tolto alla tua vita?
I miei traguardi mi hanno permesso di diventare un’ attrice più preparata e più sicura in scena e non mi hanno tolto niente. Credo che nella vita bisogna sempre proiettarsi verso un miglioramento continuo ed il mio lavoro mi stimola parecchio. 
 
Delle proposte di lavoro, qual è quella che escluderesti in modo tassativo e quella che invece ti piacerebbe fare che non hai ancora fatto?
Sinceramente non c’è una proposta di lavoro che escluderei a priori. Quello che mi interessa è il soggetto, l’intera sceneggiatura ed, ovviamente, il regista con cui lavoro. Un progetto valido lo faccio volentieri, altrimenti lo rifiuto. Mi è capitato, in passato, di aver rifiutato dei ruoli per dei film perché non credevo nel progetto e, infatti, poi ho avuto ragione. Per quanto riguarda, invece, quello che mi piacerebbe fare e non ho ancora fatto?…Io credo che ci siano sempre ruoli che non abbiamo mai fatto ed ogni ruolo è diverso da un altro. Mi piacerebbe molto lavorare con registi italiani come Bertolucci, Virzi ,Luchetti,  Sorrentino, Garrone, con Grassadonia, Piazza ed altri registi meno conosciuti. Ora che mi trovo all’estero vorrei tanto lavorare per progetti internazionali.
 
Una tua debolezza e una tua forza?
Credo che La mia debolezza più grande sia la permalosità e la mia voglia di perfezione. La mia forza, invece, è caratterizzata da una grande positività unita a determinazione e forza di volontà.
 
Ma la vita è sempre più bella di un bel film?
La vita è sempre più bella di un film?…Vediamo, credo che la vita sia il documentario che ancora dobbiamo finire di scrivere. 😉 
 
La felicità per Carlotta?
La felicità, per me, è essere soddisfatti di se stessi.
 
Carlotta, grazie per il tempo dedicatoci. Voce Spettacolo ti fa i migliori auguri per il tuo futuro e la tua carriera.

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