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L’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” presenta “Pinter’s Party”

Dal 5 al 17 giugno 2018 l´Accademia Nazionale d´Arte Drammatica “Silvio d´Amico” presenta Pinter’s Party”, studi sul grande drammaturgo inglese in occasione del decennale della scomparsa, che hanno condotto a tre prove spettacolari guidate da tre generazioni di registi diplomati in Accademia: Andrea Baracco ha diretto la prima rappresentazione italiana dell’adattamento teatrale della sceneggiatura di Harold Pinter e Di TrevisPROUST (Alla ricerca del tempo perduto)”, mentre Massimiliano Farau presenta due atti unici “LA COLLEZIONE” e “PAESAGGIO”. Il progetto si conclude con il Reading della sceneggiatura “LA DONNA DEL TENENTE FRANCESE” dell’allievo regista diplomato Giacomo Bisordi, vincitore del premio “Pinter’s Party”.


PROUST (Alla ricerca del tempo perduto)
Adattamento teatrale di Harold Pinter e Di Trevis
Traduzione Alessandra Serra
Regia Andrea Baracco

Per la prima volta viene proposta su un palcoscenico italiano questa monumentale impresa di Harold Pinter, che ha adattato, prima per il cinema (tuttavia il film, che doveva essere diretto da Losey, non fu mai realizzato per problemi di budget) e qualche anno dopo per il teatro, uno dei più importanti e complessi romanzi mai scritti, la “Recherche” di Marcel Proust.

Marcel, assecondando la propria memoria rievoca luoghi e personaggi della sua vita. Dall’infanzia nella cittadina di provincia di Combray, all’incontro con Swann e Albertine, e poi Parigi, feste mondane e amori travagliati; il tutto scandito all’interno di un tempo affatto ordinato e cronologico.

Siamo stati felici. Ora siamo infelici. Tutto qui.

Marcel

Tutti i numerosissimi personaggi di questo testo che Harold Pinter ha scritto partendo dalla Recherche proustiana (se ne contano circa 35), si muovono all’interno di un complesso labirinto spazio/temporale, che l’istallazione scenografica cerca di restituire. Tutte le situazioni e gli accadimenti, nascono esclusivamente delle associazioni che compie la complessa memoria emotiva del protagonista. Materiale composito come un abito di Arlecchino, questa Recherche del binomio Proust/Pinter è un materiale perfetto per giovani allievi attori e vede la sua messa in scena per la prima volta in Italia

Andrea Baracco

Con gli allievi di Secondo Anno: Gianfilippo AZZONI, Matteo BINETTI, Caterina CORBI, Serena COSTALUNGA, Giulia D’ALOIA, Domenico DE MEO, Adriano EXACOUSTOS, Luigi FEDELE, Leonardo GHINI, Diego GIANGRASSO, Dora MACRIPÒ, Elisabetta MANCUSI, Gaia MASCIALE, Alberto PENNA, Mersila SOKOLI 

Allievo Regista: Danilo CAPEZZANI

Scene Luca BRINCHI, Daniele SPANÒ 

Costumi Marta CRISOLINI MALATESTA 

Luci Javier DELLE MONACHE 

Musiche e suoni Giacomo VEZZANI, Riccardo VANJA STURNO

LA COLLEZIONE e PAESAGGIO

di Harold Pinter 

Traduzione Alessandra Serra
Regia Massimiliano Farau

La Collezione e Paesaggio sono atti unici scritti da Pinter negli anni sessanta e raramente rappresentati: due rarefatte e inquietanti sciarade sull’ambivalenza del desiderio, l’elusività della memoria, la natura sfuggente del reale.

Che cosa è avvenuto fra Stella e Bill, due stilisti rampanti, in una camera d’albergo di Leeds nella notte successiva alla presentazione delle loro collezioni di moda? Harry, il marito di Stella è determinato a scoprire la “verità” a costo di mettere a repentaglio il suo matrimonio e la relazione di Bill con il suo maturo compagno Harry. Nel testo più pirandelliano di Pinter.

In Paesaggio troviamo due coniugi, nella vecchia cucina di una grande casa di campagna di cui sono stati la governante e lo chauffeur. Beth racconta di una idilliaca giornata al mare, forse lontana nel tempo, con il suo grande amore. Duff le risponde con il resoconto di recenti acquazzoni, visite al pub, ricordi di un passato felice, e momenti di lacerante crisi coniugale. I due, ci dice Pinter, non sembrano ascoltarsi. Nel testo più beckettiano di Pinter. 

Il linguaggio… è una faccenda altamente ambigua. Molto spesso, al di sotto della parola detta c’è la cosa che si sa e non si dice. I miei personaggi mi raccontano solo fino ad un certo punto la loro esperienza, le loro aspirazioni, le loro motivazioni, la loro storia. Fra la mia mancanza di dati biografici su di loro e l’ambiguità di quello che dicono si apre un territorio che non solo vale la pena di esplorare, ma che è obbligatorio esplorare.”

Harold Pinter, 1962

In questi precisi margini si colloca, a mio giudizio, il ruolo – tutt’altro che ancillare – dell’interprete di Pinter: scandagliare i rapporti fra i personaggi, dissezionare gli infiniti giochi di ruolo e di status, scoprire la densità umana ed emozionale che si cela sotto la superficie algida e iper-controllata del dialogo; e tutto questo non per sciogliere, bensì per liberare la potente ambiguità dei testi. Ma trascurare o alterare, nella messinscena, alcun elemento della scrittura, incluse le didascalie o le leggendarie “pause”, significa attentare dissennatamente a una delle più esatte costruzioni drammaturgiche che il teatro occidentale abbia conosciuto.

Massimiliano Farau

Con gli allievi di Secondo Anno: Vincenzo ABBATE, Raffaele DE VINCENZI, Francesca FLORIO, Luca FORLANI, Sara MAFODDA, Jacopo NESTORI 

Allievo registaFederico ORSETTI

Scene Fabiana DI MARCO 

Costumi Ilaria ALBANESE 

Luci Camilla PICCIONI

Reading della sceneggiatura
LA DONNA DEL TENENTE FRANCESE

di Harold Pinter 

Traduzione Camillo Pennati
Regia Giacomo Bisordi

Lyme Regis, Inghilterra, 1867. Una donna, sola sulla scogliera, guarda verso il mare. Il vento le agita i capelli. Sta aspettando il ritorno di qualcuno: il tenente francese, di cui in paese si dice lei sia l’amante.

In una delle 245 inquadrature previste dalla sceneggiatura – la numero 86, per l’esattezza – Pinter scrive: “Tutti sorseggiano il tè in silenzio”.

Questo fotogramma è stato l’innesco di tutto. Un villaggio vittoriano dipendente dalla teina, un matrimonio che non s’ha da fare, la solitudine di uno scienziato che scopre di non sapere alcunché: frammenti, possibilità messe a disposizione di un gruppo di attori diplomati e allievi di questa scuola che siano già professionisti, protagonisti della scena nazionale o che ancora tribolino con lo studio della recitazione, tutti loro hanno in comune una dannazione: il talento. Ed è proprio pensando al talento che vorrei dedicare questo lavoro alla memoria di un’ex allieva, Anastasia Sciuto.

Giacomo Bisordi

Con: Massimiliano ACETI, Anna Chiara COLOMBO, Alice GENERALI, Elisabetta MISASI, Gabriele PORTOGHESE, Sara PUTIGNANO, Michele RAGNO, Pavel ZELINSKIY

e con gli allievi di Secondo Anno: Michele Lorenzo EBURNEA, Marco SELVATICO

Allieva registaCaterina DAZZI 

Scene Paola Castrignanò 

Supervisione ai Costumi Gianluca Falaschi 

Costumi Anna Missaglia 

Luci Luigi Biondi

In collaborazione con gli allievi del Master in Critica Giornalistica Giorgia Groccia, Enrico Lecca, Marta Perroni, Matteo Petri, Davide Romagnoli con il coordinamento di Davide Antonio Bellalba.

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